\paperw5040 \margr0\margl0 \plain \fs20 \f1 AllÆarrivo degli Spagnoli Uxmal era ancora abitata, anche se gli Xi·, coinvolti in violenti combattimenti con i Conquistadores tra il
1527 e il 1531, avevano trasferito da tempo la capitale a Mayapan. Le prime descrizioni del luogo sono contenute nei diari dei frati Alonso de Ponce, Diego Lopez de Cogolludo e Antonio de Ciudad Real. Poi su Uxmal scende il silenzio.\par
Nella prima met
α dellÆOttocento giungono sul posto lÆesploratore-scrittore americano \b \cf4 \ATXht571 John Lloyd Stephens \b0 \cf0 \ATXht0 e lÆarchitetto inglese \b \cf4 \ATXht571 Frederick Catherwood\b0 \cf0 \ATXht0 , appassionati entrambi di storia maya. Facendosi s
trada con il machete attraverso la fitta vegetazione della foresta tropicale riescono a raggiungere Uxmal in due periodi diversi, annotando e disegnando ogni singolo edificio. Leggendo i loro resoconti ci si rende conto delle immense difficoltα che gli
archeologi dovevano incontrare durante gli scavi nella giungla.\par
Nel suo diario di viaggio ôIncidents of Travel in Yucatßnö Stephens racconta: ôUscendo dalla selva si apr∞ davanti a noi un vasto campo sul quale sorge, grandioso e maestoso, lÆöEdifici
o del Nanoö (poi chiamato ô\b \cf4 \ATXht2311 Piramide dellÆIndovino\b0 \cf0 \ATXht0 ö) che giα avevamo visto in precedenza, ma durante lÆanno della nostra assenza la natura aveva operato tanti cambiamenti. Le pareti dellÆelevata struttura che avevamo vi
sta spoglia e nuda erano coperte ora da cespugli, erba e gramigna, e sulla cima crescevano arbusti e alberi alti circa sei metri. LÆö\b \cf4 \ATXht2321 Edificio delle Monache\b0 \cf0 \ATXht0 ö era soffocato dal terriccio e il campo coperto da erbacce che
arrivavano ad altezza dÆuomo ed impedivano la vista mentre lÆattraversavamo. Le fondamenta, i terrazzamenti e i tetti degli edifici erano coperti da piante rampicanti che spaccavano le pietre della facciata, ed i monticoli, le pedane e tutte le rovine e
rano un ammasso di vegetazione distruttiva. La forte e vigorosa natura aveva preso il predominio sullÆarte, stringendo la cittα in un abbraccio mortale, dandole sepoltura sul luogo.ö